Omicidio Pescara: preso l'assassino, è il fratello del killer dell'ultrà

PESCARA – La squadra mobile di Pescara guidata da Pierfrancesco Muriana ha arrestato nella notte Angelo Ciarelli, 38 anni, responsabile della morte avvenuta ieri pomeriggio in città di Massimo Cagnetta, il 42enne pregiudicato ucciso con un colpo di pistola. Angelo Ciarelli è il fratello di Massimo, entrambi di etnia rom, arrestato come possibile autore dell’omicidio del primo maggio scorso dell’ultrà del Pescara Calcio, Domenico Rigante. Angelo Ciarelli era appena uscito dal carcere dopo aver scontato 15 anni di detenzione per una rapina in seguito alla quale era stato ucciso un carabiniere. Nel corso di una successiva perquisizione nella sua abitazione sono stati trovati 13 proiettili calibro 38 special, arma con la quale sono stati effettuati gli ultimi due delitti a Pescara. Maggiori dettagli saranno diffusi in una conferenza stampa presso la Questura di Pescara. Tommaso Cagnetta sarebbe stato ucciso per sbaglio, forse da un colpo di rimbalzo, e al termine di una lite tra una coppia di tossici acquirenti di cocaina e un gruppo di rom: ad ammazzare il pregiudicato di origine pugliese sarebbe stato Angelo Ciarelli, secondo quanto riferito dal capo della Mobile di Pescara, Pier Francesco Muriana, la lite era sorta tra rom e tossicodipendenti per la differenza di 10 euro sull’acquisto: per fermare i tossici in fuga Ciarelli avrebbe esploso il colpo che avrebbe ucciso Cagnetta.

UNA LITE ALL’ORIGINE DEL DELITTO. Una lite, quindi, per il prezzo d’acquisto di un solo grammo di cocaina è sfociata in tragedia ieri pomeriggio nel quartiere Rancitelli, regno storico dei rom pescaresi. La Squadra Mobile ha ormai ricostruito tutto in maniera precisa e a breve il pm D’Agostino convaliderà l’arresto di Angelo Ciarelli, 38 anni, appena uscito di carcere dopo 15 anni di detenzione. Il quarto omicidio in un anno a Pescara, e due tentati omicidi, sulla dinamica del quale la polizia non ha dubbi, è stato poi seguito da una furiosa rissa all’arrivo delle volanti all’interno del grande agglomerato di case chiamato Ferro di Cavallo, dove è morto Cagnetta: questa rissa, con decine di persone, secondo gli inquirenti è stata creata ad arte per permettere ad altri rom di far sparire la droga e forse anche l’arma del delitto. Ma davanti a casa di Angelo Ciarelli in via Vicolo del Moro, dentro un tombino, la polizia subito dopo il fatto di sangue, ha trovato 13 proiettili calibro 38 special chiusi in un calzino: l’altro calzino spaiato è stato guarda caso trovato dentro casa del Ciarelli. E qui si apre un altro orizzonte che è quello della pistola che potrebbe unire i tre delitti degli ultimi mesi a Pescara: il delitto Ceci, ex componente di una banda di rapinatori, quello dell’ultrà del Pescara, Rigante, e quello di ieri sera. Tutti e
tre sono stati uccisi probabilmente da una calibro 38 special e la Mobile è in attesa dei primi riscontri. Angelo Ciarelli si è comunque presentato da solo ieri sera in Questura, non ha confessato, ma ci sono le testimonianze che lo inchioderebbero. Dovrà comunque spiegare cosa ci faceva armato in una piazza del noto quartiere dello spaccio di Pescara, lui che era sorvegliato speciale, con l’obbligo di soggiorno, evaso ad aprile dai domiciliari, condannato di nuovo a otto mesi ma subito scarcerato. La qual cosa ha fatto dire al capo della Mobile, Muriana, "c’è qualcosa che non quadra con la congruità delle pene".